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Ecco il TSM2, lo spieghiamo

Abbiamo accolto la richiesta di molti nostri lettori nel voler meglio comprendere il famoso progetto  Terminillo Stazione Montana,  di cui si è tornati a parlare in questi giorni, dopo essere stato riconsegnato alla Regione Lazio.

TSM 2 di fatto rimodula il vecchio progetto. Non si inizia da capo quindi un iter ma lo si riprende ripartendo da dove si era interrotto.
Un lavoro di riorganizzazione, recupero documenti, sottrazione alla ‘dimenticanza’ voluto subito dopo la sua nomina dal Presidente Calisse e affidato al coordinamento di Maurizio Ramacogi, consigliere provinciale con delega all’Ambiente, che così lo illustra a Format e ai suoi lettori.
“Con l’ufficio tecnico, l’ingegnere capo Orlando, coadiuvato dall’architetto Di Leginio, abbiamo creato un pool di persone veramente in gamba, capace di riprendere in mano un progetto accantonato da tempo.

Attraverso una serie di incontri con valutatori e progettisti, partendo dal parere negativo dato dal ‘V.I.A.’ Valutazione Impatto Ambientale, abbiamo affrontato le criticità in base alle prescrizioni della Regione. Si è andati in riduzione del progetto originario con una sintesi che ci ha permesso di ‘partorire’ il TSM 2.”

Ma che cos’è il TSM2?
“In questo progetto sono previsti piste, sentieri, aree per impianti di innevamento,  nastri trasportatori, rifugi in bio architettura… Fino a ieri ogni Comune agiva in proprio, oggi esiste un Comprensorio: Rieti – Cantalice- Micigliano – Leonessa: da qualunque zona si acceda si potranno raggiungere le varie tipologie di stazione.  Un turista entrando da Rieti potrà tranquillamente mangiare a Leonessa o usufruire dei servizi di Micigliano e Cantalice, creando così economia circolare. Differente dall’idea originaria che prevedeva accessi solo da Leonessa e Rieti. Ad esempio, a Cantalice è stata predisposta una pista di collegamento che consentirà agli utenti di utilizzare un impianto a fianco e, tramite nastri trasportatori, immettersi nella zona che conduce al Terminillo. Lo stesso vale per Leonessa dove sono previsti tapis roulant. E’ certo che avremo finalmente un implemento delle piste sciistiche rispetto alle poche attualmente funzionanti”
Come sempre quando si parla di un progetto ci si trova dinanzi due fazioni, tentiamo di anticipare le loro proteste:
Obiezioni  dei favorevoli: progetto troppo ridimensionato. Obiezioni dei contrari: non pensate all’ambiente!
“No – risponde Ramacogi ai primi –  semplicemente rimodulato per essere più efficace, ma credo sia un ottimo progetto capace di attrarre nuovo turismo.  Dopo l’auspicata approvazione da parte della Regione, la Provincia demanderà ai Comuni, ognuno per la propria competenza, la realizzazione di quanto previsto. Strategicamente ognuno di essi dovrà essere pronto a predisporre un bilancio ad hoc (trattandosi di fondi europei è prevista una parte di finanziamento proveniente da privati) per poi procedere alla gara d’appalto, assegnazione lavori ecc. La nostra azione è soltanto di raccordo e controllo. Certamente si metterà in moto economia e seppure di solito siano le grandi imprese ad aggiudicarsi appalti di certe dimensioni, inevitabile coinvolgano le imprese locali quando si tratta di cantieri destinati a lavorare per mesi.
Agli ambientalisti rispondo che abbiamo lavorato con valutatori attenti. Noi abbiamo un Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG) che nella tavola ’13 A’ mostra la grandezza del bacino sciistico potenziale. Sono effettivamente 960 ettari, tanto quindi potremmo realizzare: il nostro progetto è per soli 160 ettari! La valutazione di incidenza ambientale e quella di impatto ambientale assegnano al nuovo Tsm valori medio-bassi per la fauna e bassi per la vegetazione, in quanto rimodulato per insistere sulle zone antropizzate e parzialmente antropizzate come l’ex elettrodotto, oppure la SP 10, o in aree con impianti in disuso, senza nuove costruzioni che impattino con l’ambiente. A differenza di quanto accadeva nel precedente, sono previsti  all’interno molti tipi di sentieri. Ho chiesto al valutatore della flora e fauna di inserire nella sua relazione dei sentieri faunistici e di avvistamento, tutelando la tipologia dell’ambiente. Abbiamo evitato di utilizzare un impianto antivalanghe, i Gazex altamente impattanti per ambiente ed animali ( l’onda d’urto sollecita il manto nevoso e ne provoca il distacco) ricorrendo alla tipologia ‘valanga a vista’ ovvero lasciando al gestore la possibilità di decidere in base alle previsioni, al clima alla neve presente, di aprire o no impianti sebbene questo provochi in alcuni periodo un disservizio.
Abbiamo pensato ad un impianto di innevamento programmatico di ultima generazione che, lavorando senza dover arrivare a determinate temperature ma anche a – 5°, risulta essere più utile sul Monte Terminillo. Manda microsfere di ghiaccio con una compattezza diversa rispetto al ‘fiocco’ di innevamento precedente”

L’aspetto burocratico
“Vorrei evidenziare il buon clima trovato in Regione. Essere appena eletti e dover riprendere in mano un progetto di tale proporzioni non era compito facile, ho trovato a Roma un clima collaborativo e disponibile che mi fa ben sperare – sottolinea Ramacogi – Il 21 Novembre ci sarà la Conferenza dei Servizi in cui tutti gli Enti esprimeranno il proprio parere formulando le famose ‘osservazioni’ recepite dalla Provincia che se ne farà carico presentando poi delle controdeduzioni. Dopo il dibattito vero e proprio sempre in Conferenza dei Servizi  si dovrebbe ottenere il ‘V.I.A’ numero due, proprio perché si è evitato di aprire un nuovo iter.”
Un progetto finanziato con 20 milioni di euro (già utilizzati da Leonessa per la propria parte)   arrivati dai fondi del famoso PTPG prima del decreto Pecoraro Scanio del 2007 e approvato poi nel 2009 con valutazione di incidenza favorevole. “Da parte dei Comuni ho avvertito la volontà di procedere, consapevoli della boccata d’ossigeno che rappresentano progetti di questa portata. Se tutto va come deve il prossimo anno si dovrebbero mettere in atto i bandi di gara, dipende da quanta enfasi si metta nelle attività”.

Ritorno futuro dell’investimento
“Ho esaminato uno studio fatto dalla Skipass sul turismo di Roma per la parte sciistica. Rappresenta un bacino di utenze di circa 170 milioni di euro l’anno di primi ingressi, così divisi: 120 milioni circa in Abruzzo, 1 al Terminillo ed il resto nell’Italia Settentrionale – spiega Ramacogi – Con questi nuovi impianti che andremo a realizzare in un comprensorio con numerose piste e la possibilità di spostarsi a proprio piacimento da una località all’altra credo si possa suscitare una curiosità tale da essere capace di attrarre una buona fetta di quei 120 milioni.”

Il Presidente: procediamo per obiettivi
“La prima svolta al progetto è stata quella di riorganizzare la macchina amministrativa, ovvero funzionari che in maniera apicale se ne occupassero – ricorda il presidente Mariano Calisse –   Riconvocando tutti i tecnici già incaricati siamo riusciti a rimettere in carreggiata un’importante volano di economia. Così come accade per tutti gli argomenti importanti, il Comune di Rieti si è trovato in perfetto accordo con gli obiettivi della Provincia, soprattutto in questo caso, essendo chi più ne gioverà dal punto di vista economico. A me piace procedere per gradi: intanto siamo concentrati sul parere favorevole dal punto di vista ambientale, poi decideremo tutti i passaggi definitivi. Oggi l’obiettivo è convincere la Regione della grande opportunità che rappresenta il TSM 2, e la disponibilità e la collaborazione che ci ha offerto di cui la ringraziamo, ci conforta. La Provincia è stata fortemente indebolita dal punto di vista dell’economia turistica dopo il terremoto, le presenze sull’Alta Valle del Velino sono precipitate. Se vogliamo ridare un futuro a quelle terre, il progetto del Terminillo è una realtà pratica sulla quale la politica deve confrontarsi. Al di là della ricostruzione e di tutto ciò che è finanziato per tornare alla normalità, bisogna anche pensare ad uno sviluppo economico: la valorizzazione del comprensorio e delle montagne reatine è fondamentale. Non c’è nessun motivo per dire ‘no’ ad un progetto simile. Ci sono specialisti intervenuti su ogni parte del progetto: geologi, ingegneri statici, ingegneri ambientali, esperti di valanghe e rischi, dopodiché c’è stato un nostro ufficio di valutazione interno che l’ha già catalogato come medio/basso. Ogni presa di posizione risulterebbe essere priva di fondamento”.

Tratto da: http://www.formatrieti.it

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